I duemila iscritti all’associazione udinese Ait Tinnitus chiedono fondi per la ricerca
Un fischio, un ronzio, un fruscio nell’orecchio. Per la maggior parte delle persone basta spegnere la tv, abbassare le tapparelle di casa e arriva il silenzio. Ma non per tutti. Possono sembrare disturbi banali ma non lo sono e chi ne soffre cerca aiuto per dare sollievo a questo problema che può condizionare lo stile di vita e che è in aumento anche in Friuli Venezia Giulia. Si stima che in Italia siano oltre 6 milioni le persone che soffrono di acufeni che, in alcuni casi, portano conseguenze devastanti.
Purtroppo gli acufeni non vengono considerati una vera e propria malattia. Difficile diagnosticarne la gravità, ma le persone che ci devono convivere tutti i giorni hanno bisogni di informazioni per sapere a chi rivolgersi. Non è una malattia che fa “rumore”, non se ne parla e soprattutto mancano fondi per fare ricerca. A Udine, l’associazione Ait Tinnitus, che conta oltre 2.000 iscritti da tutta Italia riceve continue e costanti richieste da parte di coloro che si ritrovano a combattere quotidianamente con l’acufene senza sapere dove rivolgersi, quali cure cercare – anche se una vera cura non esiste – e cercare una soluzione per poter ascoltare il silenzio. Non esiste una guarigione a fischi, ronzii e rumori. Solo rimedi per accettare e migliorare il proprio stile di vita attraverso l’utilizzo di apparecchi acustici. In attesa che si trovi una vera e propria cura, i dispositivi rappresentano oggi l’unico sollievo come confermano lo stesso presidente dell’Associazione Ottorino Savani, che soffre di questo disturbo e tanti associati che ogni anno portano la propria esperienza e condividono i miglioramenti ottenuti grazie all’utilizzo delle protesi.
Difficile da capire per chi non è affetto, ma non è facile convivere con questo problema che a volte richiede anche un’assistenza di tipo psicologico.
Da quasi 20 anni l’Associazione presieduta dal cavalier Savani cerca di dare voce a tutti coloro che soffrono e si batte per far riconoscere a tutti gli effetti l’acufene come una malattia. Ma soprattutto chiede contributi per la ricerca, unica speranza per milioni di persone. E’ la stessa associazione a donare fondi, promuovere incontri e tavole rotonde ed è collegata alle Onlus sull’acufene con tutti gli stati europei ed extra UE.
Negli ultimi anni si sono susseguite interrogazioni parlamentari, richieste al ministero della salute. Ma la politica continua a rimanere in silenzio anziché cercare di offrire una risposta a chi quel silenzio vorrebbe tanto “ascoltarlo”, in rispetto all’art 32 della Costituzione e l’Associazione spera in un aiuto da parte del Governo.
Nella sede di via Micesio, in occasione dell’assemblea nazionale ordinaria dell’Ait, sono stati illustrati dalla professoressa Paola Perin dell’università di Pavia gli ultimi risultati della ricerca e divulgati quelli del dottor Silvano Gallus del centro ricerca “Mario Negri” di Milano.
Fonte: ilFriuli.it
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