“Formare gli assistenti familiari e validare le competenze acquisite anche in esperienze professionali pregresse significa da un lato garantire sicurezza gli anziani e alle persone non autosufficienti, dall’altro migliorare la qualità del lavoro di cura a domicilio”. Così l’assessore regionale alla Famiglia e alla Formazione Alessia Rosolen ha spiegato l’approvazione da parte della Giunta delle procedure di revisione e aggiornamento del Repertorio regionale dei profili professionali con il quale è stata introdotta la figura dell’assistente familiare domiciliare.
“Non si tratta di un intervento spot – ha rilevato l’assessore regionale – ma di una misura che si inserisce all’interno di un importante percorso di qualificazione del lavoro domestico e di attenzione all’occupazione femminile. Garantire alle famiglie un servizio che faciliti l’incontro tra domanda e offerta qualificata di lavoro in ambito domestico significa permettere a molte donne, su cui ricadono ancora oggi le funzioni di caregiver, di conciliare tempi professionali e di cura dei propri familiari. Rafforzare le competenze delle assistenti familiari, vuol dire anche offrire a molte donne impiegate in questo settore nuovi e molteplici strumenti spendibili in un mercato del lavoro che si presenta oggi molto dinamico”.
“Si tratta di un provvedimento semplice ed efficace – ha evidenziato Rosolen – capace di rispondere in primo luogo alle esigenze reali delle donne che si dedicano a questo mestiere, sia in termini di qualificazione lavorativa che di integrazione; in seconda battuta, è una risposta alle famiglie che pretendono sempre più professionalità e affidabilità dalle persone che condividono la quotidianità con un loro congiunto”.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore, ha così approvato il profilo professionale e formativo dell’assistente familiare, cioè un operatore che si prende cura delle persone con diversi livelli di auto-sufficienza, contribuendo a promuoverne l’autonomia e il benessere psico-fisico, in funzione dei bisogni e del suo contesto di riferimento. Non solo pulizia della casa o cura per l’igiene della persona, ma riconoscere le esigenze dell’assistito, avere competenze nutrizionali, sapersi muovere nella rete dei servizi alla persona per garantire il disbrigo di pratiche quotidiane.
“Chi vorrà acquisire tale qualificazione e il conseguente attestato – ha reso noto Rosolen – dovrà frequentare un corso che sarà realizzato dagli enti regionali di formazione entro l’autunno. Come secondo passaggio e per accorciare il percorso formativo, le assistenti familiari potranno ottenere una certificazione delle capacità e delle conoscenze acquisite in precedenti esperienze lavorative attraverso un percorso di ricostruzione e valutazione di tali esperienze”.
Fonte: ilFriuli.it
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