Istituzionalizzare i caregiver, tema al centro di un webinar organizzato dalla Commissione regionale pari opportunità
I numeri dicono già tutto: il Friuli Venezia Giulia è la seconda regione più anziana d’Italia, la decima a livello di Unione Europea. Nei prossimi dieci anni la percentuale di ultrasessantacinquenni toccherà il 30 per cento, mentre tra il 2040 e il 2050 questa percentuale salirà al 34-35 per cento. È chiaro allora che il tema degli assistenti familiari – discusso oggi in un webinar organizzato dalla Commissione regionale pari opportunità e seguito da più di cento persone – diventa centrale, perché il sistema pubblico non può reggere da solo il peso economico del sostegno a chi, andando avanti con gli anni, si trova ad averne bisogno.
Lo ha sottolineato anche Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, nel suo saluto iniziale. “Proprio ieri – ha ricordato Zanin – in Aula si è parlato di una legge sui caregiver, ovvero su chi assiste i familiari in difficoltà: un compito fondamentale anche sul piano relazionale, perché aiutare l’anziano a casa è già una prima parte della risposta al problema. Ora l’obiettivo è istituzionalizzare questa figura, dandole un riconoscimento: se ne riparlerà in Commissione salute e saranno preziosi anche i contributi della Commissione pari opportunità presieduta da Dusy Marcolin, che fa bene ad approfondire questa tematica”.
“Tra le lezioni della pandemia – ha osservato ancora il presidente – c’è anche una riflessione su queste funzioni domiciliari: è chiaro che l’aumento dell’età media rischia di rendere la situazione esplosiva per il sistema pubblico, che non potrebbe sopportare un simile incremento dei costi. Per questo motivo nella recente riforma sanitaria – ha ricordato Zanin – è stata data grande attenzione alla territorialità”.
Introdotto dalla presidente Marcolin e dalla sua vice Raffaella Palmisciano, il dibattito on line – moderato da Rossana Giacaz e concluso dall’assessore alla Famiglia, Alessia Rosolen – ha visto la partecipazione di quattro esperti. Miriam Totis, direttore regionale del Servizio programmazione e sviluppo dei servizi sociali, ha fornito un’ampia panoramica sull’invecchiamento della popolazione e sul numero di anziani presi in carico dai servizi sociali dei Comuni, che sono stati 26mila nel 2019, l’8,9 cento della popolazione totale di questa fascia d’età.
Ernesto De Carlo, responsabile dell’Agenzia flussi contributivi dell’Inps di Udine, si è soffermato sulle caratteristiche e la distribuzione di queste tipologie di lavoro, sulle varie modalità di regolarizzazione e in particolare sul libretto-famiglia per le prestazioni occasionali. Rosa Rubino, responsabile dei Servizi all’utenza nell’Ispettorato interregionale del lavoro, ha parlato delle procedure di emersione dal “nero”: si stima che in Italia esista ancora un milione di persone che svolgono lavoro domestico e non sono regolarizzate. Elisa Marzinotto, direttore regionale del Servizio coordinamento politiche per la famiglia, ha raccontato infine l’attività dei Si.Con.Te, i servizi pubblici di incontro tra domanda e offerta nel lavoro domestico.
“Il tema della domiciliarietà – ha evidenziato nelle conclusioni l’assessore Rosolen – si inserisce in quello più ampio che comprende le garanzie da assicurare alla qualità del lavoro e a un presidio sociale messo a dura prova dalla pandemia. Uno scenario, quindi, che propone una società profondamente modificata nei bisogni non solo di assistenza ma anche di certezza dei diritti in tema di lavoro”.
Fonte: ilFriuli.it
Lascia un commento