La residenza non aggiunge alcun diritto accessorio, al fatto che la badante o altra persona occupino una certa casa, o parte di essa (una stanza), se così fosse il “padrone di casa”, ad esempio, non potrebbe sfrattare l’inquilino moroso. La richiesta della residenza è fatta dalla badante, il datore di lavoro potrebbe anche non esserne a conoscenza. L’ufficio anagrafe si limita a verbalizzare, che la persona vive in una certa casa, avendone titolo (ecco perché è necessaria una copia del contratto di lavoro) e a passare la pratica ad un vigile che esegua le verifiche del caso, dopo tale verifica, la residenza è attribuita. Alla fine del rapporto di lavoro (ultimato il preavviso), il datore di lavoro, proprietario dell’alloggio, (o un suo erede o delegato) va in comune e informa l’ufficio anagrafe che in casa sua non abita più il suo ex dipendente. Per cancellare la residenza, però ci vuole un anno (durante il quale il Comune verificherà l’effettivo allontanamento dell’ex-residente).
Se invece la badante richiede il cambio di residenza in qualsiasi altro luogo, la cancellazione della precedente residenza è istantanea.
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